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SPARTATHLON 2017: IL RACCONTO DELLA GARA DEGLI SPARTANI

09/10/2017

La Leggenda narra che Filippide percorse oltre 200 Km da Atene a Sparta per chiedere aiuto. In questa gara la Leggenda diventa realtà.

 

Solo i duri e i forti possono definirsi Spartani. La Spartathlon è una delle gare di corsa su strada più dure al mondo, la più prestigiosa fra le ultramaratone. Si parte da Atene, sotto l’Acropoli, e in un giorno e mezzo si devono percorrere gli stessi 246 Km del messaggero Filippide, che nel 490 a.C. venne mandato a Sparta a per chiedere manforte pochi giorni prima della battaglia di Maratona, come vuole la leggenda. La partenza è all’alba, in una cornice maestosa con il Partenone. Realizzi subito che stai correndo verso qualcosa di importante. L’atmosfera è mozzafiato.

Il ritmo di gara è subito abbastanza veloce, corro assieme a Elvis, compagno di mille avventure. Usciamo veloci da Atene e puntiamo diritto verso Corinto all’ottantesimo Km per passare in tempo al controllo orario.

Ci arriviamo in 8 ore. Ripartiamo, ci aspetta l’attraversamento della Dacia. La temperatura è buona, si corre bene. Ad un rifornimento ci perdiamo di vista, adesso sono da solo.

Passo tranquillo al Km 100, poi al 120. la strada continua in un susseguirsi di saliscendi spaccagambe, piano piano arriva il buio ed inizia a piovere.

Mi fermo 5 minuti al rifornimento, Omar, Sandro e Marco mi fanno assistenza dalla partenza, hanno tutto quello che mi serve per rimanere caldo e non bagnarmi. Riparto deciso verso la salita più dura, qui la chiamano “La Montagna”, in cima c’è il passo del Diavolo.

Continuo a correre fino alla fine della strada, lì inizia il ripidissimo sentiero che porta in cima. Piove a dirotto, nebbia, vento forte. Ma non ho problemi e continuo senza fermarmi mai. Scollino e mi butto giù in discesa, non si vede niente dalla nebbia e dalla pioggia. Continuo a scendere fino al paesino in fondo alla Valle dove c’è il rifornimento, 2 minuti di sosta per bere un brodo caldo e riparto.

La fatica inizia a farsi sentire. Ho sonno ma non posso fermarmi. I cancelli orari non me lo permettono. Continuo a correre. Ho male alle le gambe. Continuo. Al km 198 sono in grande difficoltà, energie al lumicino e dolori forse più grandi di me mi impediscono di continuare. La mia Spartathlon finisce qui, a Tegea, dopo 28 ore e mezza. Solo i duri e i forti possono definirsi Spartani. Solo i duri e i forti. Ci riproverò, promesso.

 

William

 

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