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Il ciclismo visto da occhi esperti: intervista a David Pizzolato

27/10/2016
  1. Da ciclista ad allenatore: cosa ti ha spinto a lasciare la carriera di atleta e iniziare ad allenare?

Direi che è stata una scelta obbligatoria, purtroppo il tempo è tiranno per tutti. Sarebbe bello poter competere sempre facendo quello che più ci piace. Dopo tanto tempo trascorso a pedalare, ho trovato nuovi stimoli dedicando il mio tempo ad altre persone, in particolare a giovani ragazzi che hanno voglia di crescere facendo sport.

 

  1. Rivolgiamoci ai piccoli talenti. A quale età è bene iniziare, quali sono i valori che trasmette questo sport e le emozioni che suscita?

Dal mio punto di vista lo sport, qualsiasi esso sia, sarebbe da iniziare a praticarlo il prima possibile. Aiuta moltissimo a crescere contribuendo a formare la personalità ed il carattere di chi lo pratica. Invece per quanto riguarda l’agonismo in ambito ciclistico, qualsiasi sia la specialità che si decide di praticare, non consiglierei di avere fretta ad iniziare con gare e manifestazioni frequenti. Dobbiamo sempre ricordarci che ai bambini/ragazzini piace giocare e divertirsi, aiutiamoli a fare questo. Le emozioni che suscita questo fantastico sport sono molteplici e contrastanti, non mi basterebbero poche righe per descriverle tutte. Direi che si può passare da una gioia immensa per una bella prestazione e sconforto con profonda delusione per un obiettivo mancato.

 

  1. A livello psico-fisico, quali sono le esigenze principali che richiede questo sport? Consiglieresti un allenamento ulteriore, al di fuori della bici, per rinforzare alcune fasce muscolari, utili in fase di gara?

Parlando di agonismo praticato ad alto livello sicuramente si, ci sono tantissimi aspetti da dover curare. Un’atleta non diventa forte solo perché riesce a sprigionare una grossa quantità di potenza sui pedali. Se un’atleta non è sereno, non è concentrato sul suo obiettivo, su quello che sta facendo per raggiungere quell’obiettivo, non riuscirà mai a dare il massimo anche se è un’atleta molto forte. Per questo vanno curati tutti gli aspetti, mentali, fisici, alimentari, ecc. Per aiutare ulteriormente certi aspetti sembrerà strano, ma si possono svolgere degli allenamenti praticando altri sport.

 

  1. L’abbigliamento del ciclista: consigli di stile e praticità.

L’abbigliamento è molto importante per chi pratica ciclismo, qualsiasi specialità pratichi. Dev’essere versatile per adattarsi ad ogni condizione atmosferica si trovi durante una gara, aiutando l’atleta a mantenere la performance. E’ l’abbigliamento che deve “cambiarsi” adattandosi alla situazione nel miglior modo possibile.

 

  1. Quali sono i consigli e le dritte che ti sentiresti di dare ad un neofita di questo sport?

Di non rapportarsi mai ai professionisti o ai campioni che si vedono in televisione, sono i migliori atleti al mondo. Se deve rapportarsi a qualcuno per vedere il suo miglioramento, dovrebbe farlo con se stesso. Ci vuole tanto tempo impegno per avere dei miglioramenti, ed in ogni caso, la dedizione paga sempre!

 

  1. Raccontaci le differenze tra partecipare ad una gara nel ruolo di atleta e in quello di allenatore.

La differenza più grande che ho notato è la tensione nervosa prima di qualche appuntamento importante. Quando sei atleta la tensione finisce subito dopo lo start alla gara. Dopo lo start inizi già a pensare a dove poter battere i tuoi avversari. Mentre da Direttore Sportivo anche se in forma minore rispetto ad un’atleta, la tensione nervosa ti dura tutta la durata della gara. Se la gara va bene è come avessi vinto anch’io, se la gara va male è come avessi perso anch’io. Quando passi tanto tempo con dei ragazzi che danno il massimo in quello che fanno, si viene a creare questo rapporto dove involontariamente si condivide tutto.

 

  1. Cosa ne pensi degli integratori per aumentare le performance fisiche?

Mi riaggancio alla domanda di prima. Ci sono moltissimi aspetti da tenere sotto controllo, gli integratori senza impegno e volontà nel curare tutti gli aspetti servono a ben poco.

 

  1. Abbattiamo i falsi miti: nella tua carriera ti sei mai dovuto scontrare con i principali luoghi comuni relativi al mondo del ciclismo? Se si, quali e come li hai affrontati?

Per carattere preferisco guardare quello che sto facendo, per non perdere di vista il mio obiettivo. Nel mondo del ciclismo, come in tutti gli altri sport, ci possono essere delle cose che vanno bene e altre no.

 

  1. Il Ciclismo nel territorio: uno sport come il ciclismo non può che essere influenzato dall’ambiente circostante e assorbirne ogni sfumatura. Qual è il legame con  la tradizione e la storia dei territori nei quali hai gareggiato? Come si intreccia la dimensione sportiva con quella territoriale?

Penso vada di pari passo, il territorio incide molto sulla “voglia” di fare ciclismo. Uscire in bicicletta e scoprire o riscoprire ogni volta dei luoghi che ti trasmettono delle emozioni o ci aiutano a pensare, incide sicuramente sul numero di praticanti. Poi che dire, la bicicletta è un bellissimo mezzo per “gustarci”, passando a bassa velocità rispetto all’auto, i bei posti che abbiamo accanto a noi.

A volte nella frenesia della vita quotidiana non abbiamo neanche il tempo di guardare.

 

  1. Quali sono le differenze principali che si riscontrano tra i diversi tipi di ciclismo?

Fra le varie specialità quello che salta subito all’occhio come differenze principali sono le biciclette ed il vestiario per affrontarla. Ad esempio una bicicletta da Inseguimento su pista, non andrà bene per praticare del Down Hill e viceversa. Le protezioni ed il vestiario del Down Hill non andranno bene per chi fa XC Olimpico o altre specialità di velocità perché troppo ingombranti. Ogni specialità ha tutto il materiale specifico e anche l’atleta deve adattare il proprio stile di vita alla tipologia di ciclismo che ha prescelto.

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