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Cavità naturali tra curiosità e record: dalla Grotta Stellata a quella che può ospitare un Boeing 747

17/06/2016

Luogo magico in cui incontrare il fascino fiabesco di fate e ninfe, o, al contrario, cavità infernale in cui personaggi poco raccomandabili possono nascondersi e confabulare sui loro piani malvagi. La grotta è presente da sempre nell’immaginario collettivo, generando curiosità e voglia di avventura, invitando l’essere umano a misurarsi con l’attività di esploratore e, in un certo senso, con se stesso.

 

Dal punto di vista dell’etimologia, la parola grotta deriva dal latino cry̆pta, che a sua volta deriva dal termine greco κρύπτω, che significa «nascondere, coprire, celare». Oggi si definisce grotta una cavità, generalmente sviluppata in senso orizzontale nel sottosuolo o nel fianco di una montagna, formatasi in seguito all’azione di forze endogene (dall’interno, come lo scorrere del magma e i terremoti) o esogene (dall’esterno, come il soffiare del vento e l’infrangersi delle onde del mare).

Il mondo che ruota attorno alle grotte è estremamente particolare, variegato e non sempre facile da comprendere, ma senza dubbio ricco di curiosità, record e storie incredibili da raccontare, come quelle illustrate di seguito.

 

Hang Son Doong: le grotte più grandi del mondo.

Esplorato nel 2009 da un gruppo di scienziati anglo-vietnamiti appartenenti alla British Cave Research Association, il sistema sotterraneo di Hang Son Doong, la “grotta del fiume montano”, costituisce l’insieme delle cavità naturali più grandi del mondo, una delle quali è così vasta da poter ospitare un Boeing 747.

Il complesso speleologico di Hang Son Doong si trova all’interno del Parco Nazionale di Phong Nha-Ke Bang, nel Vietnam centrale, e attualmente conta oltre 150 grotte, larghe fino a 150 metri e alte fino a 650, collegate tra loro da circa 140 km di gallerie. Tra queste, la più lunga misura più di 4 km. Insomma, un vero e proprio sistema sotterraneo da Guinness World Record.

 

Waitomo Caves: le grotte stellate.

Tra le cavità naturali più suggestive spiccano di sicuro le Waitomo Caves, grotte che si trovano all’interno della regione di King Country, nell’Isola del Nord in Nuova Zelanda. Divenute negli ultimi anni una vera e propria attrazione turistica, con tanto di escursioni di gruppo guidate nel periodo che va da novembre a marzo, le Waitomo Caves sono conosciute in tutto il mondo per un fenomeno molto particolare: la bioluminescenza.

Nell’oscurità le grotte di Waitomo si animano infatti di giochi di luce e colori brillanti. Questo accade grazie alla presenza di insetti molto simili alle lucciole, chiamati glow-worm (letteralmente vermi luminescenti), che al buio diventano fosforescenti, disegnando veri e propri cieli stellati sulle pareti rocciose. Due viaggiatori canadesi, Jordan e Jen, hanno immortalato questo spettacolo in un video timelapse in 4k disponibile nel canale Youtube Stoke for Saturday.

 

Bronson Caves: le grotte dell’arcobaleno.

Alcune volte, quando si parla di grotte, non si fa per forza riferimento a cavità di origine naturale. È questo il caso delle Bronson Caves, grotte costruite dall’uomo attorno al 1900 e divenute famose come set cinematografico per un numero infinito di film cult, come The Rock: il Re Scorpione o Star Trek VI, e serie TV, come Batman (la famosa bat-caverna) o Bonanza.

Situate all’interno del Griffith Park di Los Angeles, di recente le Bronson Caves hanno tuttavia acquisito una nuova fama grazie all’opera eterea e originale di Brice Bischoff. L’artista si è autoritratto con una tecnica fotografica a lunga esposizione mentre danzava freneticamente davanti all’ingresso delle grotte, coperto da fogli di carta colorata. Il risultato, esposto alla Kopeikin Gallery di Culver City (California), sono una serie di scatti in cui compaiono arcobaleni elettrici, figure arlecchinesche, atmosfere fantastiche e allo stesso tempo un po’ inquietanti. Un assaggio del suo lavoro, assolutamente da vedere, è disponibile online nel sito ufficiale dell’artista: bricebischoff.com.

 

Maurizio Montalbini, un record tutto italiano: 366 giorni in isolamento spazio-temporale.

Il 1992 fu l’anno in cui l’Italia passò alla storia per l’esperimento-impresa del sociologo e speleologo marchigiano Maurizio Montalbini. Studioso e appassionato di cronobiologia, passò ben 366 giorni in totale solitudine all’interno di una grotta di Monte Nerone, negli appennini umbro-marchigiani, stabilendo il record mondiale di permanenza sotterranea.

I risultati di questo lunghissimo periodo trascorso in isolamento senza contatti con il mondo esterno, e quindi senza riferimenti spaziali o temporali, furono utili all’ente spaziale ESA, in previsione dei progetti di esplorazione di Marte e del ritorno sulla Luna. Gli esperimenti sui ritmi biologici dell’essere umano portati avanti da Montalbini furono inoltre utili ai ricercatori di tutto il mondo, per gli studi sulle tecniche di somministrazione di farmaci a persone con malattie gravi nel momento di maggiore assimilazione.

 

L’importanza di un abbigliamento adatto alle grotte: il mix più confortevole.

Gli speleologi contano circa 8 tipologie diverse di cavità naturali. Fra queste, quelle che rappresentano la meta classica di turismo sotterraneo e spedizioni di ricerca appartengono al gruppo delle grotte carsiche. Famose per raggiungere dimensioni molto grandi, spesso misurabili in chilometri, le grotte carsiche si sono generate dall’azione corrosiva che l’acqua esercita sulle rocce sedimentarie che possiedono una elevata percentuale di calcio (come i calcari), di carbonato di magnesio (dolomie), di calcio biidrato (gessi), carbonato di calcio (marmi) o cloruro di sodio (sali). Chi decide di visitare una di queste meraviglie, come le Grotte di Postumia in Slovenia o le Grotte di Castellana in Puglia, deve tenere conto di alcune caratteristiche importanti nella scelta dell’abbigliamento adatto all’escursione.

Le grotte carsiche hanno mediamente una temperatura che si aggira attorno ai 10°C e un tasso di umidità relativa piuttosto alto, attorno al 98%. In queste condizioni occorre dunque essere protetti, perché lo scambio termico è facilitato e, quindi, il raffreddamento corporeo. Il giusto mix di abbigliamento per visitare una grotta è composto da:

  • scarponcini da escursionismo, possibilmente con una buona suola antiscivolo
  • calzari in neoprene da utilizzare al posto dei calzini qualora, durante la visita, fosse previsto il passaggio in zone coperte d’acqua (oppure sostituzione degli scarponcini con stivali in gomma);
  • guanti da lavoro, meglio se in gomma ma non troppo pesanti e, soprattutto, in grado di consentire una buona presa;
  • pantaloni da lavoro e giacca in fibra sintetica;
  • maglia termica isolante, traspirante e leggera, per non disperdere il calore corporeo e, contemporaneamente, facilitare i movimenti.
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