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Intervista a Marco Olmo

05/05/2015

“Nella vita bisognerebbe fare come nella corsa: passare lievi,

senza rovinare l’incanto del mondo”

Marco Olmo

 

INTERVISTA AL NOSTRO TESTIMONIAL, MARCO OLMO

Marco Olmo ha iniziato a correre a 27 anni, “quando gli altri smettevano”, e continua a correre a più di 60 anni, quando i figli degli altri smettono.

E’ un ultrasessantenne che gareggia negli ultratrail e ottiene risultati “ultra”.

Ha ricercato i propri limiti in ogni angolo del globo, affrontando montagne, deserti, spiagge e vulcani, e non ha nessuna intenzione di smettere.

Ogni tanto, però, è giusto fermarsi un attimo per fare il punto della situazione su quanto è stato fatto e cosa resta da fare.

 

Domanda: Tu sei abituato a correre ad ogni altitudine e latitudine, praticamente hai fatto gare in ogni parte del Mondo: sulle Alpi, in Marocco, in Islanda, in Messico….

Risposta: Beh ogni altitudine no, sono arrivato a 4160 metri del Toubkal in Marocco ed è stato il massimo, se no le gare si svolgono al massimo a 2500, ad esempio al Giro del Monte Bianco si arriva a 2550 metri.

 

D: Quali sono le tue condizioni preferite?

R: Per me l’importante è non avere freddo, non farei mai una gara a 10 sotto zero. Preferisco il caldo.

 

D: Anche il caldo estremo?

R: Sì, anche se il caldo estremo dà fastidio. Fino a 38-40 gradi è un conto, poi diventa un fon che ti soffia in faccia, ad esempio correre con 55 gradi nella Death Valley non è stato bello.

 

D: Quindi la tua gara preferita?

R: Difficile da dire, una gara può essere bella per il paesaggio, per il percorso o per la partecipazione del pubblico. Il deserto più bello che abbia mai visto è quello della Desert Marathon, l’Akakus in Libia. Il percorso più bello è stato il vecchio Cro-Magnon, quando si faceva da Limone a Cap d’Ail. Erano le vie dei contrabbandieri, un percorso bellissimo caratterizzato da paesaggi molto diversi. Si passano le Alpi, si attraversa la macchia mediterranea e si arriva al mare. A livello di pubblico l’Ultra Trail del Monte Bianco è la migliore. Si arriva a Chamonix con 30-40 mila persone, è una gara molto seguita e partecipata.

 

D: Se te ne dovessi chiedere soltanto una?

R: Sarebbe un torto a molte gare. Ci sono tantissime belle gare, ad esempio passare dentro Petra (sito archeologico in Giordania, ndr) in testa alla Desert Cup è qualcosa che ti porti dietro. Ho visto posti incredibili, difficile fare un paragone.

 

D: Senza pensarci, la gara più bella?

R: Io penso sempre

 

D: Allora dimmi la gara più estrema che tu abbia mai fatto.

R: Nel 2007 hanno fatto qui da noi una gara a tappe, la Marathon Alp, circa 170 km in 6 tappe. E’ stata veramente dura, tutti i giorni si correva 4-5 ore e alla fine i quadricipiti non mi reggevano più. Non sono andato tanto bene però mi è servita come allenamento per l’Ultra Trail del Monte Bianco, che poi ho vinto a fine agosto.

 

D: Una gara che non hai mai fatto e che vorresti fare?

R: Ce n’è una che fanno un Egitto nel deserto di gesso, purtroppo in questo periodo l’Egitto non è molto praticabile.

 

D: Una gara che non hai mai fatto e che farai è “sui percorsi di Marco Olmo” il 7 Giugno a Robilante.

R: Questa sicuramente, una gara nel mio paese intitolata a me.

 

D: Come la interpreterai?

R: La distanza non è quella ottimale, il percorso è velocissimo quindi non potrò correrla per vincere. Devo ancora decidere se correrla al massimo o partire piano ed arrivare con gli ultimi in modo che tutti possano correre un pezzo con Marco Olmo.

 

D: Perchè la senti tua?

R: Perchè si correrà a Robilante, dove sono vissuto tutta la vita. Il percorso l’ho tracciato io, sulle strade su cui mi alleno ogni giorno – sui percorsi di Marco Olmo!

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