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SCI ALPINISMO IN SICUREZZA

01/02/2021

Impianti sciistici chiusi e abbondanti nevicate. Quale migliore occasione per praticare sci alpinismo?!

Lo sci alpinismo è uno degli sport invernali outdoor più completi e spettacolari in assoluto, un’attività che se avvicinata correttamente e con le giuste precauzioni permette di vivere la montagna in modo unico, grazie al fascino delle salite immerse nella natura e alla bellezza adrenalinica della discesa.

Lo sci alpinismo è però una disciplina complessa che, se praticata con troppa leggerezza, rischia di diventare un pericolo. Ecco quindi un interessante articolo della Gazzetta.it che riporta 5 consigli utili del Corpo Nazionale Soccorso Alpino per sciare in sicurezza.

Buona lettura!

“Se gli impianti di risalita nei comprensori di montagna italiani sono ancora chiusi, nella stagione invernale 2020-21 la neve, abbondante sull’intero arco alpino, richiama gli appassionati di sport all’aria aperta che possano – in ottemperanza alle normative vigenti – frequentare cime e pendii. In particolare, tra gli sportivi che praticano sci alpinismo ed escursioni con le racchette da neve è importante conoscere le regole di comportamento da seguire in montagna, prevedere i potenziali rischi, saper gestire le emergenze e, nondimeno, saper rinunciare a un’escursione quando le condizioni rendessero necessaria la scelta.

In Italia opera il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico con tecnici qualificati tra montagna, cavità e grotte: per programmare un’escursione invernale in sicurezza, ecco i principali consigli sintetizzati da Roberto Misseroni, trentino classe 1965, istruttore nazionale del medesimo corpo. “In questo momento (inizio gennaio 2021, Ndr) abbiamo una quantità di neve abbondante caduta in seguito a diverse nevicate – spiega Misseroni – che hanno creato diversi strati, nevicate spesso accompagnate dal vento, un elemento-chiave nella formazione di lastroni che in quota sono generalmente più soffici, a quote medio-basse più compatti. Questi lastroni sono spesso inglobati nel manto nevoso e difficilmente riconoscibili: bisogna dunque prestare attenzione”.

1) LA SCELTA DELL’ITINERARIO

Importante consultare il bollettino meteo-nivologico per valutare le condizioni specifiche di quella determinata area “che tengono conto di diversi fattori – spiega -: quantità di neve caduta, direzione, intensità del vento durante la nevicata”. E una volta valutato il grado di pericolosità, “si sceglie la zona dove pianificare l’escursione: se c’è un pericolo di grado 4 la zona va assolutamente evitata – prosegue Misseroni -. Mentre in caso di pericolo di grado 3, un pericolo marcato, ci troviamo in presenza di una condizione molto diffusa in inverno che va interpretata. Come? Valutando le proprie capacità e scegliendo l’itinerario giusto”.

Due elementi, questi ultimi, che trovano una sintesi concreta: “agli escursionisti con poca esperienza consiglio di andare su pendii di rischio modesto, in genere adatti alle racchette da neve, o ancor meglio di seguire gli itinerari già battuti – sia per ciaspole sia per sci alpinismo – dalle aziende di promozione turistica del territorio” dettaglia Misseroni.

2) GLI STRUMENTI PER PIANIFICARE L’ESCURSIONE

La preparazione da casa del percorso da seguire è un fattore determinante in termini di consapevolezza. “Consultare una cartina per comprendere le zone critiche dell’itinerario è una buona norma, così come durante la gita saper valutare i campanelli d’allarme e, se necessario, rinunciare all’escursione” dice Misseroni. Per esempio sui cambi di direzione, durante le “diagonali” in salita, se si notano porzioni di neve che si staccano “questo è un indice di scorrimento degli strati superficiali e quindi del rischio di potenziale valanga”.

3) L’OSSERVAZIONE CRITICA DELL’ITINERARIO

“Man mano che si procede lungo l’itinerario si deve prestare attenzione alla morfologia del territorio – dettaglia Misseroni – per esempio evitando i canaloni e le zone a ridosso delle creste, dove si accumula molta neve portata dal vento, e le zone molto ripide, così come quelle di confine tra grandi pascoli e i boschi, dove la neve si accumula in abbondanza e può rappresentare un rischio di valanga”. Per gli escursionisti meno esperti una soluzione ideale può essere l’escursione (in particolare con le racchette da neve) lungo le strade forestali. L’istruttore nazionale del Cnsas ricorda che “le condizioni più delicate in termini di scorrimento delle masse nevose si trovano nei 2-3 giorni successivi a una nevicata, una ‘finestra’ temporale che può allungarsi a diversi giorni se la nevicata è accompagnata dal vento e se i lastroni non vengono stabilizzati da un rialzo termico”.

4) IL KIT DI AUTO-SOCCORSO

L’istruttore nazionale del Cnsas Roberto Misseroni sottolinea inoltre l’importanza di portare con sé, sempre, il kit di auto-soccorso in caso di valanga composto da artva, pala e sonda “che necessita di una minima formazione per un utilizzo corretto e tempestivo – spiega – anche perché va sempre ricordato che in caso di valanga l’efficacia del soccorso dipende, quasi sempre, dalla prontezza d’intervento dei compagni di escursione”. Nel caso malaugurato di un escursionista sepolto da una valanga “in media l’intervento deve avvenire entro 15 minuti e statisticamente è difficile che questo primo, essenziale, aiuto possa essere prestato da noi soccorritori”.

5) COME CHIAMARE I SOCCORSI

In caso di necessità, quando si assiste al distaccamento di una massa di neve che possa aver sommerso degli escursionisti, è necessario chiamare il numero unico d’emergenza europeo 112, nelle regioni in cui è attivo, altrimenti il numero 118.”

 

Consigli utili e preziosi che, se rispettati, saranno in grado di regalarti la sciata perfetta, un’esperienza unica e indimenticabile:

 

 

Fonte: https://www.gazzetta.it/montagna/11-01-2021/ciaspole-sci-alpinismo-sicurezza-5-consigli-corpo-nazionale-soccorso-alpino-3902320643863.shtml

 

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